©

Il Viandante

in rete dal 1996


Se ti siamo stati utili effettua una

Nuova Ricerca

ATENE

490-479, guerre persiane;
489, spedizione di Milziade contro Paro;
488-487, ripresa della guerra tra Atene ed Egina;
487, istituzione dell'ostracismo ad Atene.
Prima nomina degli arconti per sorteggio anziché per elezione;
485, Serse diviene re di Persia;
483 ca, scoperta di un ricco giacimento d'argento nel Laurio; nasce la grande flotta ateniese;
482, ostracismo di Aristide;
481, congresso degli stati greci sull'istmo di Corinto;
480, seconda spedizione persiana; inizialmente vittorioso alle Termopili, Serse viene sconfitto nella battaglia di Salamina;

489-480 a.C.

IMPERO PERSIANO
525 a.C. I successori di Ciro II [il Grande] conquistano con relativa facilità l'Egitto dando l'avvio a una denominazione straniera che si protrarrà per duemila anni.
SIRIA e PALESTINA [provincia occidentale]
  La lingua ufficiale è l'aramaico.
EGITTO
Dinastie
1075-332 a.C.: Epoca tarda
XXVII
(525-402)

Re di Persia
Prima dominazione persiana.
Rivolte di Inaro (460-454 a.C.) e di Amirteo.

 

CINA

Periodo dei "Chou orientali"
o delle "primavere e degli autunni"
(771-481 a.C.)
Periodo dei Regni combattenti
(529-222 a.C.)

?
?-? a.C., imperatore della Cina;
continuano a succedersi sul trono i Chou, a capo di un impero che è tale solo di nome.
? a.C., Lo yang (valle del Lo), il sovrano celebra immancabilmente i culti degli antenati, del Cielo e della Terra, seguendo formule antiche di secoli; ma l'autorità dell'imperatore viene esercitata solo su una minima parte del territorio cinese. Nel rimanente regna l'anarchia. Ogni principe, ogni duca di un feudo autonomo celebra il culto come gli pare.

Nel conglomerato di piccoli stati si distinguono tre stelle di prima grandezza, i regni di:
- Ts'i;
- Ch'u (di derivazione militare);
- Ts'in (di derivazione aristocratica o feudale).
Seguono numerosi principati di minore importanza ma che svolgono tutavia un ruolo politico e militare non trascurabile: Wei, Chao, Han, Lu, Song, Yen.




_________________________

Antifonte (Ramnunte 480 ca-Atene 411 a.C.) oratore attico, praticò per primo ad Atene la professione del logografo (compose cioè per altri orazioni giudiziarie); di tutta la sua produzione restano 15 discorsi per processi di omicidio; tre furono scritti per processi reali (L'assassinio di Erode, Sul coreuta, Contro una matrigna), gli altri, di autenticità controversa, costituiscono esercitazioni didattiche su casi fittizi.

Erodoto (Alicarnasso 484 a.C. - poco dopo il 431 a.C.) storico greco;
[Alicarnasso, una città dell'Asia Minore fondata dai Dori ma ionizzata nella lingua e almeno in parte della popolazione al più tardi nel corso del VI secolo.]
aristocratico di nascita, conosce ancora giovane l'esilio, dopo un tentativo di abbattere la tirannide di Ligdami: suo rifugio è l'isola di Samo;
455 ca, contribuisce alla caduta del tiranno;
445-445, compie vari viaggi nelle regioni del vicino Oriente (Egitto, Fenicia, Mesopotamia, Scizia), un soggiorno ad Atene e in altre città della penisola greca, un soggiorno a Turi, la fondazione panellenica nella Magna Grecia (444/3), ispirata da Pericle, della quale ha anche la cittadinanza… tutti descritti nella sua opera:
Historiae (in 9 libri; comunemente considerate come una storia delle guerre persiane; in realtà le guerre greco-persiane, quella del 490 e quella degli anni 480 e seguenti, sono narrate solo dal VI libro in poi; ciò che precede si presenta come una storia soprattutto dell'Oriente e della Grecia, dalla metà del VI secolo in poi, fino all'insurrezione ionica compresa (con ampie digressioni etnografiche sull'Egitto, su Cirene, sulla Scizia ecc.))
[La ripartizione in 9 libri è di epoca alessandrina e forse anche più tarda la designazione, già nota a Luciano, di ciascun libro col nome di una Musa.
Si è sostenuto che l'opera risulti dalla fusione di varie monografie (lógoi: è la teoria di Schöll, 1854, e di Bauer, 1878, poi perfezionata da Jacoby); che il tema sia quello di una storia persiana (Persiká) in generale, e dei vari popoli, nell'ordine secondo il quale vennero a conflitto coi Persiani o ne furono assoggettati (De Sanctis), una storia che perciò culmina solo progressivamente nella narrazione delle guerre persiane; o che è nata da interessi geografici, sia maturata solo col tempo in un 'opera storica (von Fritz).
Oggi tuttavia l'apparente dispersione e complessità della storia erodotea viene piuttosto studiata con l'occhio rivolto al particolare tipo di storiografia che rappresenta (in cui l'oralità ha ancora il suo peso) e al pubblico vario a cui è destinata; si cerca di apprezzare più la ricerca dell'informazione e il modo di procedere dell'esposizione (per associazione di idee), che commisurarle a rigidi canoni di unità e staticità. E dopo la prima guerra mondiale si è iniziata anche una revisione della tradizionale condanna per scarsa veridicità e infruttuoso pettegolezzo che era pesata sull'autore per secoli: già da quel brano del De legibus di Cicerone, I, 1, 5 in cui alla designazione di pater historiae si associava anche l'accusa di troppo indulgere al favoloso (quamquam et apud Herodotum, patrem historiae, et apud Theopompum sunt innumerabiles fabulae).
Note di Daniela Fausti, Erodoto - Storie - Libro I, Allegato al «Corriere della Sera» 07/2012.]

Prima di morire vede gli inizi della guerra del Peloponneso.

Euripide (Slamina 480 a.C.-Pella 406 a.C.) poeta tragico greco;
[Uno dei tre grandi, con Eschilo e Sofocle, poeti tragici dell'antica Grecia.]
da Atene, dove vive gran parte della sua vita, si reca a Pella su invito del re di Macedonia, Archelao;
Tragedie (75 secondo alcuni, 92 secondo altri)
[Intere, ne sono giunte sino a noi soltanto 17, oltre a vari frammenti di altre e un dramma satiresco: il Ciclope).]
Alcesti
Medea
Ippolito
Gli Eraclidi
Eracle
Andromaca
Ecuba
Ione
I Supplici
Le Troadi
Elettra
Elena
Ifigenia Taurica
Le Fenicie
Oreste
Le Baccanti
Ifigenia in Aulide.



Gorgia (Lentini, Siracusa 485 ca-Larissa, Tessaglia 388 ca a.C.) filosofo e retore greco, scolaro di Empedocle, considerato dagli antichi inventore della retorica, conobbe gli insegnamenti di Tirsia e Corace, i primi maestri siciliani di quest'arte;
427, recatosi ad Atene a capo di un'ambasceria, non torna più in patria, risiedendo in diverse città e tenendo lezioni di retorica;
La natura, o del non-essere (in contrapposizione all'opera di Melisso, seguace di Parmenide, con le sue tesi si scontra con gli eleati)
Encomio di Elena e Apologia di Palamede (i due unici discorsi pervenutici per intero).

Ippocrate di Chio (sec. V a.C.) geometra-matematico greco, appartenente alla scuola di Enopide di Chio;
[Da non confondere con Ippocrate di Gela, tiranno, con Ippocrate di Coo, fondatore della medicina, con Ippocrate di Atene, generale, e con Ippocrate di Siracusa, generale cartaginese]
insegnante di geometria ad Atene dopo il 450 a.C.;
Elementi (unica opera pervenutaci)
Trattato di Geometria (noto anche ad Aristotele ma di cui non ci è pervenuta traccia)
[Studiò il problema della duplicazione del cubo, inventò il metodo della riduzione geometrica, e sembra sia stato il primo ad usare le lettere nei disegni geometrici.]

Torna su

ROMA

Per due secoli Roma è vissuta all'ombra di Veio ma dall'inizio del V sec. Veio non ha più pace.

dal 493 a.C.
, trattato tra Roma e la lega latina (foedus Cassianum)

485, le unità romane penetrano per la prima volta nel territorio di Veio dandosi al saccheggio;

483, inizia la prima guerra tra i romani e gli etruschi di Veio che durerà per circa un decennio;
[La tradizione romana la esalta, illustrando la lotta e il tramonto della gente romana dei Fabî.
(T. Livio) Mentre la guerra contro i veienti impedisce ai romani di volgersi ad altre imprese, Roma viene improvvvisamente minacciata dagli equi e dai volsci. Appreso che anche i sabini, di conseguenza, si sono ribellati, Ceso Fabio, console e capostipite della gente Fabia, informa i senatori che per la guerra contro Veio serve più una forte milizia difensiva di un potente esercito. Dice loro quindi di occuparsi delle altre guerre e di lasciare ai Fabî i veienti come avversari.
Ma devastato il territorio di Veio sul Crèmera, i Fabî sono uccisi fino all'ultimo uomo e le loro fortificazioni conquistate.
Per rappresaglia parte da Veio un'altra spedizione che occupa il Gianicolo, mentre un altro distaccamento etrusco, passato il Tevere irrompe nell'urbe. Lo scontro avviene presso il tempio di Cerere. Superata ogni resistenza gli attaccanti vengono a un duro combattimento presso la Porta Collina nel quale subiscono però gravi perdite perché i romani appoggiati dai latini di Tuscolo sono in soprannumero e possono ricacciarli.
Negli anni seguenti penetrano in territorio etrusco i consoli P. Valerio e A. Manlio e due distaccamenti etruschi vengono annientati.]

482, il tiranno Anassilao, sigore di Reggio e Zancle, blocca improvvisamente lo stretto di Sicilia mettendovi di guardia una flotta che non permette più il passaggio ai legni etruschi. Sbarrato quindi l'accesso al mar Ionio.

480, dinanzi alle mura di Imera, Terone d'Agrigento e il genero Gelone, tiranno di Siracusa, che gli è venuto in aiuto, battono così severamente l'enorme esercito cartaginese, forte, si pretende di trecentomila uomini, che la guerra finisce. Il comandante punico Amilcare scompare senza lasciare traccia; dei cartaginesi i sopravvissuti vengono fatti schiavi;
[Secondo i greci di Sicilia ecco le cifre delle perdite nemiche:
- 35-40.000 morti,
- centinaia di navi distrutte,
- 2773 (duemilasettecentosettantatre chili d'oro raccolti sul campo di battaglia);
- spese di risarcimento inflitte a Cartagine: duemila talenti d'argento.]
Le conseguenza della terribile sconfitta e umiliazione di Cartagine si fanno ben presto sentire anche in Etruria.

Monete

«segue da VII a.C.»
486 a.C., Dario I è a capo di un impero senza precedenti. I persiani hanno conosciuto l'uso del conio e la tecnica di battere moneta in Lidia, loro terra di conquista, dove viveva il popolo dei Sardi, che fu il primo a emettere tondelli di electron con impresso il peso e il sigillo reale. Divenuti esperti nell'arte di separare l'oro dall'argento, sotto il regno del leggendario re Creso furono in grado di coniare accanto ai primi sicli, monete stampate con solido oro, dando luogo al primo corso bimetallico della storia. Apprezzata l'idea, Dario [il Grande] la importa e i suoi abili artigiani danno inizio alla coniazione degli splendidi darici o "arcieri persiani" il cui uso si estenderà dall'Egitto fino al Pamir, lungo un territorio di 5.000 km.
«segue  III a.C.»

Nuova Ricerca